Non solo arance: i frutti arancioni da comprare a gennaio

Non solo arance: i frutti arancioni da comprare a gennaio

Parliamo di ingredienti

Non solo arance, i frutti arancioni di gennaio sono tanti e con tante proprietà: scopriamoli tutti!

Gennaio è un mese grigio, cupo e freddo? Certamente, ma non a tavola. I frutti arancioni che la popolano in questo periodo la rendono calda e allegra: il profumo di arance, mandarini, mandaranci è intenso e inebriante, e lo squisito sapore di questi agrumi è in grado di conquistare i palati dei più grandi e dei più piccoli.

Quali sono, allora, tutti i frutti arancioni da comprare durante la stagione invernale? Vediamoli insieme.

Arance

Vasco da Gama le importò dall’Oriente nel lontano 1400, per poi dare vita a gran parte delle attuali specie europee: stiamo parlando delle arance a varietà dolce.

Certo, esistono anche quelle amare, molto apprezzate in cosmesi e in ambito fitoterapico grazie ai loro preziosi oli essenziali, ma le altre sono in genere più diffuse, specie tra i banchi del mercato.

Ricche di vitamina C, contengono grandi quantità di flavonoidi (antiossidanti naturali), specialmente nello strato bianco che divide la polpa dalla buccia.

Mandarini

Nel portafrutta non possono mancare nemmeno i mandarini, i succosi frutti della famiglia delle Rutacee. Al momento dell’acquisto, prestate attenzione al loro aspetto: se il prodotto è fresco, la buccia apparirà tesa e soda e la consistenza sarà maggiore rispetto al volume.

Fatto? Perfetto, è arrivato finalmente il momento di godere appieno del gusto di questi fantastici agrumi. Consumateli così, a crudo, oppure preparate un fresco sorbetto, un invitante plumcake con yogurt greco oppure una panna cotta con cardamomo e vaniglia.

Mandaranci e clementine

La storia del mandarino, però, non si è ancora conclusa. Volete sapere come va a finire? Beh, il piccolo frutto sembra abbia dato vita (sugli “incroci” ci sono pareri contrastanti) anche ad altri due frutti ibridi davvero squisiti, il mandarancio e la clementina.

Il primo è caratterizzato da una buccia spessa, facile da togliere e una polpa assai succosa e dolce; la seconda, invece, nata dal mix tra mandarino e mandarancio, presenta dimensioni lievemente inferiori, una polpa priva di semi e un gusto zuccherino e un’acidità non molto persistenti.

Cachi

Resi ancor più famosi dal ritornello “Italia sì, Italia no, la Terra dei cachi”, questi frutti “dimenticati”, paffutelli e super golosi, sono particolarmente adatti a chi pratica sport o necessità di energia nell’immediato, visto che il loro ricco contenuto di zuccheri semplici - fruttosio e glucosio - è facilmente assorbibile dall’organismo.

Ma la loro azione benefica non si esaurisce qui: i cachi, infatti, sono preziosi per chi soffre di intestino pigro e di patologie a carico del sistema urinario.

Alchechengi

Ora che avete scoperto tutti i trucchi per coltivare l’alchechengi, non vi resta che assaporare gli ultimi frutti della stagione. Le sue bacche sono ottime per preparare cremose confetture o per tuffarsi nel cioccolato fondente, ma prestate attenzione, tutte le altre parti della pianta (che non siano i frutti) non sono commestibili. E a dire il vero nemmeno tutte le specie di alchechengi sono sfruttabili a scopo alimentare, se volete andare sul sicuro, consumate solo bacche provenienti dall’alchechengi comune (Physalis alkekengi), l’alchechengi annuale (Physalis pubescens) e l’alchechengi giallo-dolce (Physalis peruviana).

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