Uno spazio lasciato inutilizzato, un progetto in grado di valorizzare l’agricoltura sociale urbana per promuovere la coesione sociale: scopri Orto Casa di Betania!
Orto di Casa Betania è un progetto nato ormai dieci anni fa, nel lontano 2009, in una zona residenziale di Benevento, all’interno di uno spazio lasciato inutilizzato dalla congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.
Ma che cos’ha di speciale quest’iniziativa? È l’unica realtà regionale in grado di valorizzare l’agricoltura sociale urbana come mezzo per promuovere la coesione sociale.
Come? Ecco qualche dettaglio in più!
La storia inizia appunto nel 2009, quando la cooperativa agricola “La Solidarietà” dà avvio a quello che sarebbe stato poi un progetto d’integrazione molto, molto più grande.
In poco tempo, infatti, questa realtà sposa l’idea di Caritas Benevento di finalizzare l’orto condiviso ad alcune attività di recupero sociale di persone in situazione di fragilità.
Ed è così che, qualche tempo dopo, nasce la fattoria sociale dell’Orto di Casa Betania, che va ad espandere il progetto iniziale ma che mantiene l’orto condiviso con un ruolo fortemente produttivo e crea le condizioni per un reintegro lavorativo personalizzato dedicato prima a persone disabili, poi a detenuti, nonché a giovani caratterizzati da condizioni di dipendenza patologica.
Ma l’orto condiviso all’aperto non è l’unico “punto di interesse” della fattoria sociale, che è dotata anche di:
Se passate per Benevento e fate visita all’Orto di Casa Betania, verrete accolti nel bistrot da Anna, una ragazza con un passato all’ospedale psichiatrico-giudiziario, che attualmente si è pienamente reintegrata nel tessuto sociale e vive in autonomia e serenità; con lei, un ragazzo con sindrome di Down.
Evelin Di Mella, responsabile dell'Orto di Casa Betania, riassume così la mission della fattoria: “L'orto è incontro, è pensato ed organizzato per abbattere le distanze emotive, i pregiudizi, i finali già scritti. È per questo che nella nostra fattoria sociale chi sceglie il km0 entra nell'orto con i ragazzi a raccogliere le verdure desiderate, nel frattempo ci si conosce, ci si racconta e quel temuto sconosciuto incontrato di fronte ad un'insalata ri-diventa semplicemente un uomo. Non tutti hanno ancora la pazienza di aspettare i tempi della natura, quelli del raccolto, uscire di casa per scegliere cosa farci entrare ma noi crediamo fortemente negli incontri, nelle relazioni, nella condivisione per generare cambiamento individuale e sociale”.
Tra le attività primarie d’inserimento di soggetti svantaggiati all’interno della fattoria sociale, di certo non va dimenticata “Libertà Partecipate”, piattaforma di lavoro che si basa sull’esecuzione penale alternativa al carcere e che coinvolge innumerevoli soggetti:
I risultati concreti del progetto si toccano con mano, tanto che la recidività delle persone coinvolte nella piattaforma, cioè le ricadute delinquenziali di persone che già hanno scontato misure penali, si è ridotta di oltre il 75% (dati di un dossier pubblicato a luglio 2014 “Libertà partecipate. Storie di una pena andata a buon fine”).
Oggi ad occuparsi direttamente della Fattoria è il Consorzio di Cooperative Sociali ed Agricole “Sale della Terra”, che con il sostegno etico della Caritas di Benevento, si propone di valorizzare percorsi di inclusione sociale dedicate a persone con fragilità, con sofferenza psichiatrica, detenuti e migranti, investendo sulle attività artigianali e agricole del luogo: in questo modo, i ragazzi riescono a costruirsi una vera e propria attività lavorativa.
L’obiettivo primario del Consorzio Sale della Terra, quindi, è quello di recuperare territori abbandonati, marginali o a rischio e trasformarli in un’opportunità occupazionale per ragazzi con difficoltà, che possono gestire in prima persona la produzione agricola di frutta e verdura, sia in ambiente protetto che in campo.
Durante i tirocini didattici e formativi, i beneficiari imparano dapprima le cure colturali seguendo i princìpi dell’agricoltura integrata e biologica, per poi dedicarsi e alla vera e propria trasformazione di ortaggi e frutta, preparando passate, pelati, marmellate e sott’olio.
Le offerte formative sono tantissime, c’è un laboratorio di falegnameria, un bistrot, una trattoria e un laboratorio tessile il cui Mastro tessitore ha scoperto la passione per questo lavoro proprio durante la detenzione carceraria.
Il prossimo step per il Sale della Terra? Creare un e-commerce, una piattaforma capace di riunire in un unico portale frutta, verdura e preparati italiani ortofrutticoli, prodotti tramite una filiera etica e sociale.
Foto credits: Consorzio di Cooperative Sociali ed Agricole “Sale della Terra”