Ortaggi antichi e sapori ritrovati: la scorzonera e la scorzobianca sono due radici straordinarie, facilissime da coltivare. Scopri come!
Coltivate per le loro radici edibili, da raccogliere nei periodi freddi, la scorzonera e la scorzobianca sono piante rustiche che non hanno bisogno di molte cure.
Avete voglia di coltivarle, ma non sapete da che parte cominciare? Date un occhio a queste semplici indicazioni per ottenere piante sane e raccolti abbondanti.
La scorzonera (Scorzonera hispanica L.) e la scorzobianca (Tragopogon porrifolius L.) sono due ortaggi appartenenti alla famiglia delle Asteraceae che vengono coltivati per le loro radici commestibili, lunghe e sottili.
Specie simili di natura erbacea, si sviluppano anche oltre il metro d’altezza se coltivate in terreni con suoli leggeri ma fertili, ben posizionati alla luce del sole. Queste piante resistono molto bene al freddo e non hanno particolari esigenze colturali, anzi, al contrario, sono ortaggi da radice rustici che possono essere coltivati senza difficoltà anche da chi è alle prime esperienze.
La coltivazione della scorzonera e della scorzobianca è simile a quella della carota e comincia a metà primavera con la preparazione del suolo.
Durante i 5 mesi (circa) di coltivazione eliminate a mano le infestanti e non fate mancare mai l’acqua alle piante: ciò non significa sommergerle ad ogni irrigazione, vi basterà annaffiare moderatamente ma con regolarità, quel tanto da rendere umido il suolo.
La raccolta della scorzobianca e della scorzonera avviene dall’autunno in poi, le radici infatti resistono bene ai freddi e possono essere estirpate dal suolo all’occorrenza. Se decidete di lasciarle in campo per l’inverno è sempre meglio essere accorti: per essere certi che le gelate non danneggino i vostri raccolti, coprite il terreno attorno alle piante con della pacciamatura che mantenga il suolo un po’ più caldo rispetto all’esterno.
La parte commestibile della scorzobianca è la sua radice bianca, simile a una carota lunga e sottile. Anche se oggi non è molto conosciuta, in alcune aree d’Italia è un ingrediente importante della cucina tradizionale, come nel caso di Zagarolo, cittadina in provincia di Roma.
Alle porte della Capitale la chiamano “sarzafina” ma cambia poco, l’importante è che qui la scorzobianca è un’istituzione: passate da queste parti all’ultima di gennaio se volete partecipare alla festa dedicata a questo ortaggio. Vi aspettano una serie di piatti tipici della zona, prelibatezze uniche che ricordano i tempi che furono, portate saporite tra le quali non possono mancare le tradizionali “Serzafine con salsiccia”.
Anche se la scorzonera cresce spontanea in alcune zone del Friuli Venezia Giulia, in pochi sanno come utilizzarla in cucina. Solitamente si frigge o si lessa, ma i germogli possono essere consumati anche cotti o crudi, un po’ come si fa con gli asparagi (motivo per cui in alcune zone d’Italia ci si riferisce alla scorzonera come “asparago d’inverno”).
Le regioni in cui tradizionalmente questa pianta viene utilizzata in cucina sono il Piemonte, il Veneto e, soprattutto, la Liguria.
Sono molte le pietanze tipiche che prevedono di usare la scorzonera come ingrediente: in Veneto si preparano le “raise bollite”, radici bollite condite solo con sale e olio. Ben più famosa è la “scorzonera alla ligure”, preparata facendo saltare in padella pezzi di radice con cipolla, succo di limone e un po’ di brodo. Spesso collegate a festività religiose, tra i piatti tradizionali liguri fa capolino la scorzonera fritta, da sempre inserita come dessert nei menù natalizi di mezza Liguria.