Biodiversità e curiosità

Kiwi Latina IGP, l’eccellenza dell’Agro Pontino

Kiwi Latina IGP, l’eccellenza dell’Agro Pontino

Arrivato negli anni ‘70, in pochi anni il kiwi coltivato a Latina diventa eccellenza. Scoprite con noi come nascono i Kiwi Latina IGP!

Il Kiwi Latina IGP in Italia ha una storia tanto breve quanto ricca di soddisfazioni, pensate che prima degli anni ‘70 nessuno aveva mai provato a coltivarlo in Italia!
Tutto cominciò nel 1971 lungo le coste di Latina, più precisamente a San Felice Circeo; e la coltivazione andò così bene che in soli 2 anni comparvero parecchi frutteti specializzati in tutta la provincia.

Dirigiamoci nel Lazio alla ricerca di questa frutta prelibata per capire meglio come possa nascere un kiwi così buono proprio in Italia.

Kiwi Latina IGP, eccellenza riconosciuta in tutto il mondo

Kiwi Latina, la varietà di kiwi più coltivata

Il Kiwi Latina IGP è il frutto ottenuto dell’Actinidia deliciosa var. “Hayward”, la varietà di kiwi più coltivata e consumata al mondo.

È un arbusto rampicante molto produttivo che in natura può raggiungere anche i 9 metri d’altezza. Molto importante ai fini della coltivazione è la natura dioica del vegetale, ciò significa che esistono piante maschili e piante femminili differenti tra loro che devono convivere in uno stesso spazio per esser certi che possano produrre frutta.
Si trovano actinidieti in tutta Italia ma solo le piante che si allevano in 24 comuni tra Latina e Roma riescono a produrre il kiwi senza eguali che si è guadagnato il marchio IGP.

Qui, infatti, le piante possono contare su su un terreno tendenzialmente sciolto ricco di nutrienti ma anche su un clima temperato-umido e privo di gelate tardive.

  • La coltivazione comincia andando a sistemare in terra astoni a radice nuda di modo che ogni 8 individui femmina sia presente una pianta maschile. 
  • La produzione dell’actinidia inizia circa 4 anni dopo il trapianto, in tutto questo periodo i frutticoltori potano i vegetali e contemporaneamente ne gestiscono lo sviluppo dei tralci sistemandoli su appositi tutori, il tutto per facilitare le operazioni di raccolta e di diradamento dei frutti.
  • Il primo raccolto si ottiene al 5° anno di vita del vegetale, tra la fine di ottobre e la prima decade di novembre; non prima, però, di aver diradato fiori e frutti al fine di esser certi che i kiwi prodotti acquistino sapore e raggiungano determinate grandezze. 
  • Il diradamento dei fiori avviene non appena appaiono sui vegetali e consiste nell’eliminazione delle fioriture o delle gemme poste verso l’alto o in posizioni che pregiudicano lo sviluppo della frutta.
  • Il diradamento dei kiwi si effettua in un secondo momento, quando i fiori cominciano ad ingrossarsi e si presentano come dei frutticini appesi ai peduncoli: in questo caso si asportano i kiwi malformati o danneggiati a causa di impollinazione insufficiente.
  • Per un prodotto di qualità pare che non si debbano lasciare più di 4 frutti per tralcio e fino a un massimo di 800/1000 frutti per pianta.
  • La raccolta del Kiwi Latina IGP si svolge tassativamente tra fine ottobre e inizio novembre, recuperando con cautela i frutti dalle piante per esser certi di non danneggiare la produzione.

Nato in Cina, il kiwi conquista il mondo grazie alla Nuova Zelanda

Kiwi Latina IGP, eccellenza riconosciuta dai neozelandesi

Sono moltissimi quelli che credono che questa pianta sia originaria della Nuova Zelanda ma non è così: le origini del kiwi sono da ricercare nell’estremo oriente, i primi a coltivarlo a scopo produttivo furono infatti i cinesi. 

  • A metà ‘800 la pianta veniva considerata per lo più come una curiosa specie ornamentale tanto da esser studiata presso la Royal Horticultural Society di Londra.
  • Il destino del kiwi cambiò drasticamente intorno al 1906 quando l’actinidia venne seminata in Nuova Zelanda. I primi risultati si ebbero circa 4 anni dopo quando le piante cominciarono a dare i loro frutti, frutti che all’epoca erano definiti come “uva spina cinese”.

I neozelandesi apprezzarono subito l’actinidia e cominciarono a coltivarlo un po’ dappertutto, finché a metà del secolo scorso cominciarono a commercializzarlo fuori dai confini nazionali. Fu allora che un’azienda decise di modificare il nome dell’uva spina cinese in “kiwifruit”, in onore delle somiglianze che il frutto ha con l’animale simbolo della Nuova Zelanda.

  • L’interessa mondiale per il kiwi nacque proprio dopo i risultati ottenuti nell’isola dell’Oceano Pacifico: è da qui che questa coltura si è diffusa, portando con sé anche il nuovo nome.
  • Il kiwi arrivò in Italia nel 1971, precisamente nelle mani di Ottavio Cacioppo a San Felice Circeo (LT). È qui che cominciarono le prime sperimentazioni italiane, studi che si esaurirono in poco tempo dato che sin da subito ci si rese conto che l’Agro Pontino era, ed è, uno dei migliori ambienti possibili per l’actinidia.

Nell’arco di pochi anni, la coltivazione del kiwi si estese in tutta la provincia e successivamente in tutta Italia; tanto che il nostro Paese è da anni uno dei maggiori produttori di kiwi al mondo, in gara per il primo posto proprio con la Nuova Zelanda.
Son bastati pochi decenni e nel 2004 i Kiwi Latina furono insigniti del marchio IGP in quanto prodotto d’eccellenza con caratteristiche non replicabili all’infuori di questa specifica zona geografica.

Piacevole all’assaggio, straordinario per l’organismo!

Kiwi Latina IGP ha effetti positivi sull'organismo

Il kiwi è un frutto di forma cilindrica-ellissoidale a buccia marroncina; presenta una leggera peluria e mostra un incavo all’attacco con il picciolo.
La polpa è verde chiaro con al centro una porzione bianca e morbida, la columella, quest’ultima attorniata da una miriade di piccoli puntini neri che altro non sono che i semi del frutto. Con i kiwi si possono cucinare moltissimi piatti fantasiosi ma comunemente sono l’ingrediente principale di marmellate, succhi di frutta e dolci.
Solitamente lo si consuma fresco, eliminando la buccia e assaporando la polpa morbida e gustosa. Qualcuno lo taglia a metà e lo scava dall’interno con un cucchiaino, altri invece lo sbucciano come fosse una mela.
Non importa come lo consumate, l’importante è farlo visto che esplica molti effetti positivi sull’organismo.
Il kiwi è un alimento dolce grazie al suo notevole contenuto di vitamine e di fruttosio ma apporta anche buon quantità d’acqua, fibre e potassio. Composti che esplicano un effetto positivo a chi soffre di ipertensione o a chi pratica sport.
Inoltre l’elevato quantitativo di fibre solubili e di acqua esplicano effetti positivi sull’intestino tanto che il kiwi è un toccasana per chi soffre di stipsi o di irritazioni al tratto terminale dell’apparato digerente. 






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