Inverni sempre più miti: effetti sul ciclo delle colture e sulle fasi fenologiche

Inverni sempre più miti: effetti sul ciclo delle colture e sulle fasi fenologiche

Negli ultimi anni gli inverni non sono più quelli di una volta. Freddo intenso e gelate prolungate stanno lasciando spazio a stagioni più morbide, irregolari, spesso interrotte da episodi improvvisi di caldo anomalo. Questo cambia le regole del gioco per chi coltiva o per chi vive a stretto contatto con la natura. Ecco alcune mosse concrete che puoi mettere in campo per affrontare la trasformazione climatica e assicurarti un buon raccolto!

Clima e fenologia: un impatto sull’equilibrio delle piante

Se lavori la terra e hai a che fare ogni giorno con frutteti, vigneti o coltivazioni orticole, probabilmente hai già notato gemme che si gonfiano troppo presto, fioriture che si avviano con settimane d’anticipo o insetti impollinatori che non seguono più i loro ritmi abituali.

 

La fenologia (l’orologio biologico delle piante) mostra in maniera evidente i cambiamenti che queste subiscono in risposta alla variabilità del clima. Un calendario naturale che per secoli è stato stabile e prevedibile, oggi si sta disallineando a causa della trasformazione climatica e di un inverno anomalo che non è più quello freddo di una volta.

 

In passato, le temperature rigide contribuivano a sincronizzare le fasi fenologiche, garantendo un equilibrio dell’intero ciclo stagionale. Il passaggio naturale inverno-primavera era un momento essenziale, capace di scandire con precisione i tempi della vita vegetale.

 

Negli ultimi anni, invece, le temperature invernali più miti hanno alterato l’equilibrio di queste fasi, anticipando germogliamento, fioritura e persino le attività degli insetti impollinatori. In questo modo, hanno esposto le colture a un nemico subdolo: le gelate tardive. Cosa significa? Che basta un improvviso ritorno di freddo per compromettere settimane di sviluppo. E i danni possono essere enormi: fiori bruciati, frutticini persi, intere produzioni compromesse. Negli ultimi anni, molti produttori hanno perso intere stagioni a causa di gelate tardive arrivate dopo settimane di temperature insolitamente elevate.

 

Ma questo è solo uno dei motivi per cui l’inverno è una stagione fondamentale per la salute delle colture!

 

Perché l’inverno è importante per chi coltiva

L’inverno può sembrare un periodo “morto”, ma in realtà è una stagione cruciale e delicata per moltissime coltivazioni.

 

Oltre a garantire un equilibrio delle fasi fenologiche, è fondamentale perché:

 

  • Favorisce la dormienza e il riposo vegetativo: molte specie arboree, come melo, pero, pesco, vite e numerose piante ornamentali, hanno bisogno di un periodo di freddo per entrare in un vero e proprio “letargo” biologico. È il cosiddetto requisito di freddo (chilling requirement), che funziona come un “reset” per recuperare energia dopo la stagione produttiva e prepararsi alla ripartenza primaverile;

 

  • Assicura una buona fioritura: alcune colture hanno un fabbisogno preciso in termini di ore di freddo (generalmente temperature tra 0°C e 7°C), indispensabili per garantire una fioritura uniforme, stimolare la corretta differenziazione delle gemme e assicurare una fruttificazione di qualità. Vuoi coltivare le piante durante la stagione fredda? Scopri quali ortaggi si coltivano in inverno!

 

  • Tiene sotto controllo parassiti e malattie: il freddo invernale funziona come un vero “disinfettante naturale”. Temperature basse e gelate limitano la sopravvivenza di molti insetti dannosi, riducono la carica dei funghi e batteri e frenano la diffusione di parassiti emergenti. Mosca dell’olivo, cimice asiatica, tignoletta della vite sono solo alcuni esempi di specie che beneficiano dell’inverno mite per espandersi e anticipare le infestazioni.

 

Ecco, quindi, che se l’inverno è troppo mite o le ore di freddo si riducono, la dormienza delle piante può essere incompleta e la pianta potrebbe risvegliarsi in modo irregolare, causando un germogliamento disomogeneo e ripercussioni dirette su resa e qualità. Le piante possono, inoltre, fiorire in momenti diversi oppure produrre meno frutti, ed essere molto più esposte al rischio di gelate tardive.

 

Infine, possono essere attaccate da una grande quantità di parassiti che, grazie alle temperature più elevate, sopravvivono meglio al freddo.

 

Strategie di adattamento: ecco come puoi reagire

Per chi lavora la terra, non si tratta di combattere l’inverno che non c’è più, ma di imparare a convivere con stagioni riscritte. Le strategie stanno evolvendo e oggi hai a disposizione diversi strumenti concreti per proteggere le tue colture e la tua resa produttiva:

 

  • Varietà con requisiti di freddo inferiori: preferisci piante più resistenti agli stress termici o con fioritura più tardiva;

 

  • Tecniche di gestione del suolo e dell’acqua: pratiche come la pacciamatura, le lavorazioni ridotte, l’irrigazione di precisione o l’uso di sonde microclimatiche aiutano a preservare l’umidità, diminuire lo stress idrico e mantenere un microclima più stabile;

 

  • Tecniche di potatura: ritarda o modifica le tecniche di potatura per posticipare il germogliamento;

 

  • Sistemi antigelo: ventilatori, bruciatori, irrigazione antibrina, riscaldamento puntuale, gestione dei fili nei frutteti sono strumenti che oggi rappresentano una difesa fondamentale contro le gelate tardive, sempre più imprevedibili. Anche il tuo orto sul balcone può risentire degli sbalzi di temperatura: scopri come proteggerlo dal freddo invernale!

 

  • Monitoraggio fenologico e modelli previsionali: avere dati aggiornati è la prima forma di prevenzione. Le nuove piattaforme digitali ad alta risoluzione permettono di seguire passo dopo passo l’evoluzione delle fasi fenologiche, prevedere rischi, programmare trattamenti e raccolte.

 

Essere spettatori del cambiamento non basta più: è il momento di diventare protagonisti dell’adattamento!

Prodotti di cui parliamo nell’articolo


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