Scalogno vs. Cipolla: cosa scegliere per i tuoi piatti?

Scalogno vs. Cipolla: cosa scegliere per i tuoi piatti?

Il sapore dolce della cipolla o l’intensità dello scalogno, quale usare in cucina?

Scalogno e cipolla sono degli ingredienti fondamentali della cucina italiana e possono essere usati per preparare moltissimi piatti. 

Appartenenti alla famiglia delle Liliaceae, questi due bulbi sono parenti stretti di aglio, porro e erba cipollina con cui condividono il sapore caratteristico.

Quando si passa ai fornelli il dubbio è sempre lo stesso, quale dei due scegliere? "Scalogno o cipolla, questo è il problema!”. Cerchiamo di risolvere questo dubbio amletico una volta per tutte.


Differenze tra lo scalogno e la cipolla

Differenze tra lo scalogno e la cipolla

Scalogno e cipolla vengono usati in moltissime ricette, italiane e estere, come base di preparazioni più complicate o come ingrediente principale della portata.

Sebbene abbiano forme diverse, la cipolla è tendenzialmente tonda mentre lo scalogno ha forma allungata, presentano sapori simili ma ben definiti; in molti credono che tra i fornelli i due siano ortaggi intercambiabili, mentre sarebbe bene considerare la differenza tra cipolla e scalogno.

La cipolla, infatti, ha un sapore dolciastro mentre l’aroma dello scalogno è molto simile a quello dell’aglio ma risulta meno pungente.
In cucina la cipolla viene utilizzata per preparare il soffritto insieme a sedano e carota, un must essenziale in moltissime ricette, dai sughi, zuppe, minestre e a portate a base di carne e pesce.

Le cipolle sono buonissime come contorno, crude in insalata o cotte, cucinate al forno, in padella, fritte come nei buonissimi anelli di cipolla; perfette per accompagnare i legumi, come le lenticchie a vapore, con cui poter preparare le buonissime lenticchie mignon con cipolla rossa e timo . Le si può utilizzare per fare frittate, torte salate o marmellate di accompagnamento ai formaggi, ma anche conservate sott’olio e sott’aceto.
Il sapore dolce rende la cipolla un ingrediente duttile e saporito, proprio come lo scalogno, di cui, però, si valorizza l’aroma più pungente per dare ai piatti uno slancio in più. 

Lo scalogno, infatti, si usa come sostituto della cipolla se si vuol aggiungere sapore alla portata originale, ma lo si può preparare gratinato al forno, utilizzarlo in accompagnamento a piatti carne e pesce, oppure nei risotti per aggiungere gusto al soffritto o, ancora, conservarlo sott’olio o in agrodolce come fanno tradizionalmente in Romagna.



Origini dello scalogno: dalla Palestina antica alla Romagna

Origini dello scalogno: dalla Palestina antica alla Romagna

Lo scalogno (Allium ascalonicum) è una pianta coltivata per i suoi buonissimi bulbi carnosi, organi vegetali che in natura sarebbero destinati a produrre nuove piantine. L’uomo alleva questo vegetale da almeno 3000 anni; le prime testimonianze, infatti, affermano che questo ortaggio ha avuto origine ad Ascalon, antica città della Palestina.

In Italia lo scalogno arrivò molto probabilmente ai tempi degli antichi romani grazie a scambi commerciali con popolazioni celtiche che avevano contatti diretti con il Medio Oriente, e da quel momento in poi lo scalogno non ha più abbandonato la Penisola.
Citato in poemi e poesie antiche e medievali, è un ortaggio della cultura tradizionale italiana, tanto che il nostro Paese vanta eccellenze riconosciute in tutte il mondo, come, ad esempio, lo scalogno di Romagna IGP.

Consumare questo ortaggio, specie se crudo, può essere molto utile all’organismo perché possiede moltissime qualità; studi moderni dimostrano come diete ricche di questo ortaggio siano associate a rischi inferiori di soffrire di malattie cardiovascolari e tumorali.

Questo perché regola la pressione e, al contempo, riesce a limitare la presenza di colesterolo cattivo nel sangue.
Insomma, lo scalogno non è solo un alimento saporito ma è anche un toccasana per l’organismo, perché non osare un po’ di più in cucina e giocare ai fornelli usandolo al posto della cipolla?

Dalla culla della civiltà alla nostra tavola: da dove viene la cipolla?

Dalla culla della civiltà alla nostra tavola: da dove viene la cipolla?

La cipolla (Allium cepa) è probabilmente uno degli ortaggi più conosciuti e coltivati dagli italiani, e allo stesso tempo uno dei vegetali più utilizzati in assoluto nella storia dell’essere umano.

Pare che questa pianta abbia avuto origine nella Mezzaluna Fertile, tra Afghanistan e Iran, e che sia giunta a tutte le popolazioni limitrofe in breve tempo. Gli antichi Egizi, infatti, erano ghiotti di cipolla e la utilizzavano durante alcune cerimonie sacre, alcuni affermano che in certi periodi gli egiziani l’abbiano venerata come una divinità.

Anche i greci antichi consideravano la cipolla un alimento curativo dalle qualità straordinarie, tanto che nel 300 a.C. Alessandro Magno la considerava parte essenziale nei pasti delle sue truppe.

Ovunque si spostasse, l’esercito portava con sé il prezioso ortaggio di modo da averne sempre a disposizione in vista di una battaglia.
Rinomata come rimedio nell’antichità, per tutta la storia medievale e moderna è stata alimento comune per tutte le classi sociali e utilizzata come medicina per stimolare l’appetito e l’amore.

La cipolla veniva utilizzata anche per guarire le malattie dell’apparato respiratorio e riequilibrare la pressione; non solo, il succo veniva passato su bruciature e punture d’insetto per il suo effetto lenitivo e curativo.

Grazie a queste qualità, confermate anche dalla scienza moderna, e al suo sapore, si può dire che la cipolla non è mai mancata sulle tavole degli italiani, anzi ancor oggi risulta essere uno degli ortaggi più amati in assoluto. Anche in questo caso, il Nostro Paese può vantare una miriade di varietà diverse, dalle cipolle gialle a quelle bianche, senza dimenticare le cipolline, i cipollotti e le produzioni d’eccellenza, come nel caso della cipolla rossa di Tropea.

Ora che abbiamo capito la differenza tra scalogno e cipolla, sta a voi decidere quella da usare in cucina.

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