Biodiversità e curiosità

Melone Mantovano I.G.P., eccellenza lombarda di confine

Melone Mantovano I.G.P., eccellenza lombarda di confine

Tra Lombardia e Emilia Romagna si coltiva un melone tradizionale le cui origini si perdono nella storia della zona: scopri il Mantovano IGP!

Il Melone Mantovano I.G.P. è un frutto con caratteristiche gustative e nutrizionali uniche. Coltivato principalmente nelle zone al confine tra Lombardia e Emilia Romagna, è un prodotto tipico e tradizionale dato che qui viene coltivato da almeno 5 secoli. 

In questi anni il Melone Mantovano è stato servito in banchetti e ricevimenti nelle vesti di antipasto, primo, frutta fresca o dolce ma è solo negli ultimi anni che ha acquisito la certificazione I.G.P., a sottolineare il legame diretto tra il territorio e la qualità del frutto.

Dirigiamoci quindi verso la provincia di Mantova, lungo le sponde del Mincio, alla ricerca delle zone vocate alla coltivazione del melone, per scoprire come nasce questo prodotto unico.


500 anni di melone: dal Viadanese al Mantovano I.G.P.

Melone tagliato in 3 fette

Il Melone Mantovano è una pianta da frutto dotato di radici che affondano nei terreni circostanti il fiume Mincio almeno dal 1500. Sono molte le testimonianze scritte dell’epoca che affermano come i meloni e le angurie coltivate in queste zone fossero rinomati per il loro sapore. Pensate che in quegli anni non c’era regalo migliore da poter fare a nobiluomini e personaggi noti; talvolta accompagnando il frutto con qualche raccomandazione: proprio come si legge in una lettera datata 7 agosto 1480 che suggerisce di evitare l’acquisto dei meloni prodotti nel ferrarese perché meno gustosi rispetto a quelli di Sermide (MN).

Di tutte le zone vocate a questa cultura bisogna ricordare la cittadina di Viadana, posizionata a sud della provincia; arrivano da qui le testimonianze scritte più antiche sull’argomento ed è chiaro che proprio Viadana sia stato un centro essenziale per la diffusione della cultura e della coltura del melone. Non solo, in queste zone veniva e viene coltivato il famoso Melone Viadanese, antesignano del Melone Mantovano I.G.P. e noto sin dal 1400.

Spostandosi verso il capoluogo di provincia, i segni della coltura del melone non tendono a diminuire, anzi: pensante che fino al ‘600 a Mantova esisteva un edificio religioso dedicato a “Santa Maria del melone”, a indicare l’importanza che acquisì il frutto nell’immaginario collettivo e religioso.

Dal 1600 a oggi ne è passata di acqua sotto i ponti che attraversano il Mincio, ma il melone non ha mai abbandonato queste zone, come pure gli abitanti non hanno mai voluto fare a meno del loro frutto prediletto.

Questa tradizione ha superato i tempi e le mode raggiungendo i nostri tempi a suon di successi e palati soddisfatti (Dumas,lo scrittore dei 3 moschettieri, era ghiotto di melone). Quanto basta a permettergli di acquisire con il marchio europeo di “Indicazione Geografica Protetta I.G.P” nel 2013 ; certificazione che sottolinea l’unicità del prodotto e il suo legame imprescindibile con il territorio e chi lo abita.

Il Melone Mantovano I.G.P. cresce solo nei terreni votati

Coltivare il melone

La coltivazione del Melone Mantovano I.G.P. è regolamentata da un disciplinare che sottolinea come questo prodotto può esser raccolto solo in determinate zone altamente vocate, nello specifico in 26 comuni del mantovano, 8 nella provincia di Cremona e 3 comuni a testa per le province di Modena, Ferrara e Bologna.

Questi territori sono perfetti per il melone grazie al suolo su cui si estendono: fortuna ha voluto che questi terreni siano altamente fertili e presentino una falda acquifera abbastanza elevata, tale da poter sopperire alle richieste idriche delle piante anche in stagioni avverse.

Non solo, per potersi vantare del marchio di qualità le piante messe a dimora devono appartenere alle varietà Honey Moon (che produce frutto a buccia liscia), Supermarket (con frutto retato e setti longitudinali) o alla Harper (melone retato privo di incisioni). La coltivazione del Melone Mantovano comincia con le lavorazioni al suolo e la successiva sistemazione in aiuole rialzate; successivamente in molti prevedono la sistemazione di un impianto di irrigazione a goccia coperto da opportuna pacciamatura plastica. 

La messa a dimora del melone prevede di dedicare circa 2 metri quadrati a pianta e può avvenire tramite semina diretta durante la prima decade di aprile oppure fine a luglio se si trapiantano piantine acquistate da rivenditori certificati.

Lo sviluppo del vegetale in queste zone avviene senza grossi problemi, se non quello di limitare patologie, parassiti e infestanti; senza mai dimenticare di irrigare secondo le necessità dei vegetali in funzione della stagione.

La raccolta dei meloni comincia non appena il frutto mostra le caratteristiche tipiche della varietà coltivata, ma come esser certi che il melone è maturo? Serve molta esperienza, esperienza che da queste parti dura da secoli ed è divenuta vera e propria tradizione.

Dall’antipasto al dolce, il melone è sempre una scelta vincente

Melone in cucina

Il Melone Mantovano I.G.P. è solo un frutto prelibato e ricercato grazie alle sue caratteristiche gustative della sua polpa zuccherina, soda e molto succosa. Oltre a un frutto dissetante da consumare fresco, il melone è anche un ingrediente duttile in cucina, tanto che lo si può usare in moltissime preparazioni differenti, dall’antipasto al dolce.

Come entrée non possiamo che assaporare un abbinamento che ha fatto e fa la storia del nostro Paese e della sua cucina: il Melone Mantovano I.G.P. servito con fette di Prosciutto Crudo di Parma D.O.P. o di Culatello di Zibibbo D.O.P..

Quando si parla di primi piatti, si ricorre sempre all’accoppiata “prosciutto e melone”: cucinando per pochissimo tempo gli ingredienti in una padella con un filo d’olio e un po’ di scalogno tritato, si riesce a comporre un condimento per la pasta tanto particolare quanto ricercato e saporito.

Il melone viene utilizzato anche nei secondi piatti: può dar aroma al pesce, in particolare ai pesci di fiume o di lago come la trota, o essere usato per comporre delle buonissime insalate fresche, ideali durante l’estate.

Come abbiamo visto il melone si presta a molteplici utilizzi ma è quando si parla di pietanze dolci che dà il meglio di sé: con il Melone Mantovano I.G.P. si possono preparare gelati, sorbetti, semifreddi, coulis, macedonie e torte buonissime.


Frullato di melone in vasettoIn estate rinfresca, protegge il corpo e aiuta l’abbronzatura



Il Melone Mantovano I.G.P. non è solo buono, ma è un vero e proprio toccasana, in particolare durante la stagione calda: con il suo elevato apporto di zuccheri e la notevole presenza d’acqua, risulta essere uno dei frutti più dissetanti al mondo, l’ideale quando il caldo estivo inizia ad appesantire le giornate.

Non solo, il melone presenta elevate dotazioni di calcio, potassio e sodio, ma anche un’elevata concentrazione di vitamina A, C e PP, elementi che assicurano all’organismo uno strumento in più per contrastare gli agenti ossidanti. In particolare la vitamina A e la vitamina C, che risultano essere anche preziosi alleati dell’abbronzatura e della pelle, promuovendo la formazione di melanina.

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