
La storia dei piselli, tra i primi ad essere coltivati
La storia dei piselli e quella dell’uomo si intrecciano da secoli. Moltissimo tempo fa, ancor prima della nascita dell’agricoltura. I nostri antenati non vedevano l’ora di incappare in una pianta spontanea di piselli per poter raccogliere i verdi baccelli e assaporare i semi al suo interno.
Qualche tempo dopo, all’incirca intorno al 10,000 a.C., gli esseri umani utilizzavano questi legumi come alimento per nutrire i primi animali allevati, magari raccogliendoli nelle zone limitrofe al loro accampamento.
Solo intorno all’8.000 a.C. si trovano testimonianze di vere e proprie coltivazioni di pisello.
Tutto ciò accadeva nella famosa Mezzaluna Fertile, una vasta zona geografica che si estende dai fiumi Tigri ed Eufrate (attualmente in Iraq) fino al Nilo (Egitto) passando per i territori che circondano il fiume Giordano (Giordania, Israele, Libano, Palestina e Siria).
È in questo territorio, considerato la culla della civiltà, che si assistette alla nascita dell’agricoltura; e fu proprio il pisello, insieme a farro, orzo, lino, ceci e lenticchie, uno dei primi ortaggi ad essere seminato e coltivato al fine di sostenere l’alimentazione umana.
Da questa zona, l’agricoltura si diffuse velocemente sia verso il continente asiatico che in Europa, offrendo alle popolazioni la possibilità di accedere al cibo con più facilità e facendo conoscere loro nuove specie eduli.
Da quel momento in poi, il pisello divenne alimento base dei popoli che si affacciavano sul Mediterraneo.È noto, infatti, che gli antichi Greci e gli antichi Romani fossero ghiotti di piselli e li coltivassero con raziocinio, come riportano varie testimonianze scritte antecedenti e posteriori all’anno zero.