Nella provincia di Prato, a Carmignano, cresce una varietà di fico pregiata e prelibata: è il Dottato, con cui viene preparato il fico essiccato di Carmignano. Scopri di più!
Tipico della Toscana e in particolare della provincia di Prato, il fico essiccato di Carmignano è una vera e propria istituzione tra i Comuni di Carmignano e Poggio a Caiano.
I produttori hanno saputo portare avanti un’intensa attività di valorizzazione di questa coltura, che, unitamente al riconoscimento di Presidio Slow Food, ha contribuito a rendere questo frutto una prelibatezza apprezzata in tutto il territorio. Ma quali sono le peculiarità del fico essiccato di Carmignano? Vediamolo insieme!
Molto tempo addietro tutte le case di Carmignano erano provviste di almeno una pianta di fico: le varietà presenti nel territorio erano davvero numerose - ad esempio il San Piero, il Verdino, il Brogiotto Nero, il Corbo, il Pécciolo - e alcune sono addirittura sopravvissute fino ad oggi. La più pregiata, però, è sicuramente il Dottato, che costituisce il 90% dei fichi coltivati a Prato e dintorni: riconoscerete al primo assaggio la sua polpa, aromatica e dolcissima, caratterizzata da svariati acheni.
I frutti vengono raccolti, tagliati a metà in senso longitudinale, posti sulle stuoie e sottoposti al fumo di zolfo, che ne imbianchisce la buccia. Dopo essere stati ad “abbronzarsi” per 4 o 5 giorni, i fichi vengono trasferiti in luoghi freschi e asciutti, dove alloggeranno per circa un mese.
Cosa succede durante questo periodo?
Beh, si forma la patina zuccherina (quella che chiamano “gruma”), inconfondibile al palato, così come il gusto e il sapore dell’anice, che viene aggiunto sotto forma di semi, tra un fico e l’altro.
Questo perché, raggiunta la completa essiccazione, i fichi vengono sovrapposti due a due, formando delle “coppie”: è proprio al loro interno che vengono posti i semini d’anice.