Zucca: storia e curiosità tra sacro e profano

Zucca: storia e curiosità tra sacro e profano

La zucca come non l’avete mai conosciuta, dai miti antichi all’immaginario comune

Le sue origini sono incerte ma alcune testimonianze dimostrano come la storia della zucca comincia più di 8000 anni.
Questo ortaggio raggiunse l’Italia in tempi antichi e sin da subito trovò nel nostro Paese un ambiente di crescita ideale, tanto che già i romani ne esaltavano le qualità.
Correlata a credenze religiose e superstizioni, la zucca è entrata nell’immaginario collettivo e non l’ha più abbandonato: scopriamo insieme la storia e le curiosità sulla zucca.

La storia della zucca: dalla lagenaria alla scoperta dell’America

Quando si parla di zucca si è soliti immaginare un grosso frutto arancione, sferico e leggermente schiacciato: la zucca che solitamente viene utilizzata durante Halloween e che trova posto sulle nostre tavole come gustoso contorno.
Seppur questo sia il pensiero comune, è bene sapere che quando si parla di zucche ci si riferisce ai frutti di diverse specie vegetali appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, e quella appena descritta non è altro che una delle tante.
Anzi, a dirla tutta la storia della zucca in Italia comincia grazie alla lagenaria (Lagenaria siceraria), una specie di zucca caratterizzata da un frutto cilindrico e allungato.
Questa pianta pare venne importata dai popoli fenici, i quali cominciarono a coltivarla lungo le foci dei fiumi italiani. Di lì a poco, la coltura della lagenaria si ampliò abbastanza in fretta, tanto che, prima gli etruschi e poi gli antichi romani, vennero rapiti dal sapore e dalle qualità di questo frutto. sono infatti molte le testimonianze in epoca romana che esaltano la zucca; basti ricordare Plinio, che ne sottolinea le doti definendola come “balsamo dei guai” per l’essere umano.
Seppur in epoca latina venisse ben vista, durante i secoli le credenze e le superstizioni intorno a questo frutto si moltiplicarono, probabilmente a causa delle sue caratteristiche. La zucca infatti è una pianta che si sviluppa con estrema velocità e crea un frutto di grandi dimensioni, che talvolta presenta forme e colori molto particolari.
Queste qualità fecero sì che nell’immaginario collettivo la zucca divenisse simbolo della resurrezione ma al contempo pare si perse l’abitudine di utilizzarne la polpa, a favore dei semi, che spesso venivano tostati prima di essere consumati.
Di conseguenza la zucca acquisì la nomea di “frutto vuoto”, capace di offrire all’uomo pochi semi e nulla più. Da qui pare sia nato il modo di dire “zucca vuota”, ad intendere una persona poco astuta.
Citata nella Bibbia, da Dante Alighieri e persino in un testo di Leonardo da Vinci, la storia della zucca ebbe però una svolta dopo la scoperta delle Americhe.

La zucca importata dalle Americhe è la più utilizzata ai giorni nostri

La storia della zucca in Europa cambiò drasticamente intorno al XVI secolo, quando vennero importate d'oltreoceano le zucche tonde e arancioni che ad oggi rappresentano lo stereotipo comune di questo frutto.
Nei secoli a venire questa divenne la zucca per definizione e furono molti gli artisti che utilizzarono le credenze antiche legate alla zucca per dare fascino alle loro opere, basti pensare al personaggio di “Jack testa di zucca” de “Il mago di Oz”, uno spaventapasseri animato con una zucca al posto della testa.
In epoca moderna, invece, in molti ricorderanno le vignette di Charles Schulz, fumettista famoso per i suoi “Peanuts”, che più volte rappresenta Charlie Brown in mezzo ad un campo di zucche, in spasmodica attesa de “the big pumpkin” (che nella versione italiana venne erroneamente tradotto come “il grande cocomero”).
La zucca non solo colpì l’immaginario collettivo ma divenne una vera e propria prelibatezza tanto da ricoprire ruolo primario in cucina.
Durante il periodo freddo dell’anno la si usa per preparare moltissimi piatti caldi; la si trova, infatti, nella ricetta della minestra di zucca e farro, in quella della crema di zucca, farro e piselli con crumble di amaretti o nella zuppa delicata con soia edamame, riso integrale e zucca, una sfiziosa portata firmata Valfrutta. Seppur sia ideale durante l’autunno, con la zucca si possono preparare anche ottimi piatti freddi, sia dolci che salati: c’è chi la usa in insalata, come nel caso dell’insalata di lenticchie, zucca e basilico, e chi ne fa il gelato, chi ci prepara il pane e chi la usa in bevande salutari e saporite, proprio come ha fatto Valfrutta nel suo buonissimo frullato di mango, mela, zucca e carota.

La tradizione di Halloween e la zucca, un binomio imprescindibile

Ai giorni nostri, la zucca è ancora protagonista di numerose credenze e riti, tanto che anche nel nostro Paese il 31 ottobre è divenuta abitudine festeggiare Halloween; una festività dalle origini antichissime che si è mantenuta e evoluta nei secoli arrivando fino ai giorni nostri.
Pare che questo evento fosse praticato in Irlanda già intorno al 500 a.C., quando i popoli autoctoni erano soliti festeggiare il “Samhain”, letteralmente “la fine dell’estate”, verso fine ottobre. Durante l’ultima notte del mese erano soliti spegnere tutti i focolari tranne i fuochi sacri dei druidi, i quali avrebbero avuto la forza di allontanare gli spiriti nefasti e assicurare raccolti abbondanti nella stagione seguente.
Con l’arrivo del cristianesimo nell’isola britannica il rito si modificò, mantenendo l’usanza di accendere dei fuochi propiziatori contro le sventure durante la notte antecedente il giorno di Ognissanti.
Fu così che gli irlandesi cominciarono a scavare rape e patate entro le quali inserivano fuochi i quali, protetti e alimentati dagli ortaggi, potevano rimanere accesi per molte ore durante la notte.
Nacque così la tradizione di Halloween, contrazione dell’inglese “All Hallows’ eve” che in italiano si traduce semplicemente come “vigilia di Ognissanti”. E la zucca?
La storia della zucca di Halloween comincia solo nell’800 quando molti irlandesi emigrarono verso gli Stati Uniti d’America di seguito alla carestia di metà secolo.
Fu allora che la tradizione si modificò e che le luci propiziatorie vennero inserite all’interno della zucca arancione. Data la facilità con cui questa si poteva lavorare, si aggiunsero ulteriori significati e la figura antropomorfa che ora si scava sulle zucche di Halloween non è altro che l’ennesimo retaggio pagano a scongiurare l’avvento degli spiriti funesti.
La tradizione di Halloween si diffuse rapidamente in tutto il paese americano tanto da divenire simbolo del suo popolo e, successivamente, venir esportata in tutto il mondo occidentale.


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